Il pesce ha fatto davvero festa

Cesenatico nel ponte di Ognissanti ha vissuto un prolungamento della stagione estiva. Erano una sessantina gli alberghi, buona parte stagionali, aperti per questa inaspettata e gradita coda stagionale. Una stagione dei record. Tutto grazie ad un cocktail insolito: caldo anomalo e Il Pesce fa Festa. Il primo è un evento straordinario destinato a rimanere tale. Il secondo è un classico dell’autunno cesenaticense.

La kermesse è nata più di vent’anni fa proprio per offrire ai turisti un volto di Cesenatico diverso da sole, mare e spiaggia. Perciò si decise di puntare su uno dei grandi classici: la cucina marinara. Quella dove sempre e comunque prevale il gusto salino del mare e dove sono necessarie la semplicità e il rispetto della materia prima. Perché solo così si ottiene il risultato sperato. Del resto, ad esempio, un buon risotto, ad esempio, ha un solo segreto: il brodo. Lo si ottiene estraendo tutti i sapori del pesce, a partire da quello più povero. Solo così nasce un piatto semplice e superbo che è uno dei capisaldi della cucina cesenaticense, e che a “Il Pesce fa festa” lo ha proposto l’associazione “Tra il cielo e il mare” assieme ai monfettini in brodo di seppia, altro piatto semplice e straordinario.

Ma tutte le preparazioni proposte nella kermesse cesenaticense sono legate alla cucina tradizionale a partire da fritto e grigliata. Inoltre non poteva mancare la rustida. Ma le papille gustative hanno festeggiato con le seppie coi piselli, le alici marinate, il rotolo di piadina e sgombro, gli spaghetti alle vongole, cozze e vongole in guazzetto e sua maestà il brodetto. Impossibile scegliere il piatto migliore. Il gusto è soggettivo. La cosa importante è che tutti abbiano rispettato i capisaldi della cucina marinara.

Non c’è una classifica di gradimento, ma se fosse stata stilata di certo avrebbe visto prevalere Alberto Faccani, chef del Magnolia, due stelle Michelin, la cui presenza qualifica la kermesse. Ha deliziato spaziando fra la tradizione e una elaborazione intelligente e mai troppo spinta. Ha proposto: catalana di gamberi con ortaggi al basilico; fritto di alici di lampara con giardiniera di verdure e salsa aioli; gnocchetti di patate con ragù bianco di ricciola e profumi mediterranei; risotto rosso come vuole la tradizione; seppiolini arrosto, zuppa di patate, crostini e tartufo; tonno al panino (tonno pinna gialla, burrata pugliese, pomodoro fondente e pesto); cremino al cioccolato bianco, frutto della passione e yogurt.

Lo chef del Magnolia era la presenza più blasonata, ma qualificante è stata anche quella di Omar Casali del Marè che ha preparato alcuni dolci tra quelli proposti nello stand dell’Arice.

Foto dalla pagina Facebook Visit Cesenatico


Davide Buratti
Giornalista in pensione, appassionato di enogastronomia. Nato e cresciuto in campagna, ha sempre mantenuto un forte legame con le sue tradizioni e con quei sapori che si irradiavano dal camino o dalla stufa a legna, quella di colore bianco che nelle sere invernali è stata il punto di riferimento per tante generazioni.
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