Cesari profeta oltreconfine

La Romagna del vino sa destreggiarsi molto bene nella produzione di vini destinati al mass market. Vedi Cevico e Caviro, due colossi con fatturati da capogiro che stazionano stabilmente ai vertici del segmento. Meno entusiasmante la posizione raggiunta dalle numerose piccole aziende, le quali, negli ultimi anni, hanno pur dato costante prova di produrre vini originali e di assoluto valore.

Tra i due poli
C’è, poi, una terra di mezzo tra le produzioni artigianali e quelle dei giganti cooperativi. Lì, vi regna il vuoto. Un vuoto quasi assoluto presidiato, per ora, da una solitaria e grande impresa famigliare, la Umberto Cesari vini. Il più importante produttore privato con oltre 4 milioni di bottiglie prodotte, la maggior parte destinate ai mercati esteri. La Umberto Cesari nasce a metà degli anni ’60 con l’acquisto del primo podere ad opera di Umberto, il fondatore, e già nei primi anni ’70 l’azienda inizia la sua espansione esportando i vini romagnoli verso il mercato Usa.

Cesari ambasciatore
In oltre 50 anni di storia la Umberto Cesari è passata dal piccolo podere iniziale agli otto odierni, per una superficie complessiva di oltre 350 ettari dislocati nelle colline adiacenti Castel San Pietro Terme. Umberto Cesari è stato un autentico e infaticabile ambasciatore dei vini romagnoli nel mondo e il testimone, dopo la sua scomparsa durante il Vinitaly 2019, è passato nelle mani della famiglia: la moglie Giuliana e i figli Gianmaria e Ilaria. La gamma dei vini è piuttosto ampia e articolata, con il Sangiovese nel ruolo di primattore e declinato sia in purezza che in blend con altri vitigni e con prezzi per tutte le tasche. Sul versante dei bianchi, Albana e Pignoletto in purezza e poi qualche buon bianco da vitigni internazionali. Mentre scrivo mi sovviene un ricordo che forse qualcuno della mia età condivide. Ricordate l’Albana secco Colle del Re? Oggi nessuno più si stupisce di fronte ad una Albana secco “buona, pulita e giusta” ma all’epoca quando uscì sul mercato per la prima volta, nel 1976, non era così scontato. Tutti i vini di Umberto Cesari sono il risultato di lavorazioni accorte e procedure tecnicamente ineccepibili. Oggi valorizzate dalla certificazione SQNPI, riservata alle aziende che praticano la lotta integrata. Pulizia, equilibrio e gradevolezza immediatamente percepibile, se dovessi scegliere tre aggettivi per sintetizzarne lo stile. Vini molto apprezzati dai consumatori nordamericani, canadesi e giapponesi, come risulta dai numerosi riconoscimenti, ma relativamente poco conosciuti e apprezzati nel luogo d’origine. Indubbiamente un bel biglietto da visita per il brand Romagna che all’estero non brilla certo per notorietà.

Un blend di nome Liano
Ma veniamo al Sangiovese o meglio, al rosso a base sangiovese che suggerisco oggi, il Liano. E’ stata la prima etichetta prodotta da Cesari nel 1965, e trae il suo nome, e relativi grappoli, dalla collina omonima. Nel Liano il Sangiovese è presente per il 70%, il rimanente è Cabernet Sauvignon. E’ un vino dal bel colore rosso granato, potente e ricco di tannini maturi che si approcciano con morbidezza, dando sostanza e corpo al suo bouquet di frutta rossa in confettura. Viene vinificato in acciaio e maturato in botti medio grandi di rovere di Allier. Non so se lo troverete in una enoteca romagnola, ma di certo, con una ventina di euro, si acquista sul sito aziendale.

UMBERTO CESARI Via Stanzano, 2160 - Castel San Pietro Terme
LIANO ROSSO IGT 2016

https://umbertocesari.com/


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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