Villa Liverzano era il sogno di Marco Montanari. Partito dalla Svizzera dove svolgeva la professione di dentista, Marco approda poi in Toscana dove inizia a produrre vini riscuotendo un discreto successo.
Il secondo passo è quello lasciare la “pettinata” Toscana in favore della vicina Romagna, territorio meno noto e probabilmente più rilassante e meno competitivo. Acquista cosi una tenuta appartenuta ad una nobile famiglia brisighellese. È Villa Liverzano, una proprietà con al centro una villa che richiama l’architettura di un monastero. Siamo nel cuore del Parco regionale della vena del gesso, luogo ricco di piante secolari, sentieri ed angoli defilati dalle rotte più frequentate. Nel giro di pochi anni la ristrutturazione dei fabbricati è completata e le vigne, messe a dimora nei primi anni, iniziano a produrre vini.
C’è da restare ammirati per come Marco abbia saputo trasformare questo luogo semi abbandonato in un elegante resort e anche qui saputo produrre vini che hanno lasciato il segno. Recentemente la proprietà è cambiata, Marco ha venduto ad una società di architetti austriaca che fa capo a Josef Knotzl per lanciarsi, ce lo auguriamo tutti, in una nuova avventura. Marco ha saputo imprimere ai suoi vini uno stile unico, fatto di precisione, eleganza ma anche concentrazione, impiegando vitigni poco diffusi come il Cabernet Franc e il Carmenere. Cosi nasce il Don con la doppia etichetta a colori invertiti e il Donna un merlot in purezza. Convinto che il Sangiovese in questa zona circondata da calanchi non potesse dare grandi risultati, dapprima lo assembla con il Merlot realizzando il Rebello, e solo dopo molto tempo decide di produrne uno in purezza, il 300 a cui fa seguito il Ficcanaso, un sauvignon blanc fermentato in piccoli caratelli di rovere.
La produzione attuale, inclusa la parte agronomica, è stata affidata al team di Francesco Bordini in modo da assicurarne la continuità stilistica. Francesco poi si avvale della preziosa collaborazione della giovane Paola Antonello. La panoramica odierna dei vini di Villa Liverzano ci mostra un uso dei legni più consapevole attraverso un impiego differenziato delle essenze. Taluni eccessi tannici sono stati contenuti e la parte aromatica meglio espressa. Il risultato è il maggior risalto dei toni balsamici e speziati. Tutta la gamma dei vini è di ottimo livello e, come detto, stilisticamente unica nel nostro panorama.
Spicca di un paio di lunghezze l’edizione 2019 del 300, sangiovese in purezza con piccola sosta in legno. Ha notevoli profumi di ciliegie e spezie, rabarbaro e caffè, e l’assaggio mostra tutta la freschezza acida tipica di questo angolo del brisighellese, frenata da un bel frutto maturo e da un tannino ben integrato.
VILLA LIVERZANO
Frazione Rontana
Sangiovese igt 300
www.liverzano.it