Sangiovese riminese: il Dado e’ tratto

I luoghi più vicini sono sempre gli ultimi ad essere visitati; uno si dice “tanto c’è tempo, San Clemente è a due passi da casa, oggi me ne vado a Mendoza, oppure nella Barossa Valley”. Avendo lavorato a Rimini un quarto di secolo, è dunque comprensibile (ma non giustificabile) che io non abbia mai visitato la cantina Enio Ottaviani che si trova per l’appunto a Sant’Andrea in Casale a un tiro di schioppo da San Clemente. Eppure gli inviti non sono mancati e il loro claim, “Facciamo vino per gli amici”, ha la forza attrattiva di una calamita cui è difficile resistere. Dunque mi prendo un impegno formale di colmare questa lacuna entro la primavera prossima.Per ora mi accontento di sognare come sarebbe la calda ospitalità che il sito web aziendale promette e a immaginare come sarebbe la visita alla nuova e funzionale cantina. A proposito: complimenti al web designer per aver realizzato un sito completo, leggero da richiamare a video, e progettato con estrema cura fin nei minimi dettagli. Ma immagino che dietro all’esecuzione materiale vera e propria, ci siano le idee e i progetti dei fratelli Lorenzi, i proprietari.

Progetti che si traducono in una missione chiara: far conoscere e portare la bellezza della Romagna e dei suoi vini in giro per il mondo. Enio Ottaviani è un’azienda di famiglia che nasce negli anni sessanta con il nonno Enio Ottaviani. Dal 2007 ad oggi, può dirsi rinata in veste ed anima nuova, grazie all’entrata in azienda dei quattro cugini: Davide e Massimo Lorenzi, Milena e Marco Tonelli. Da circa 12 anni lavorano in una filiera di produzione con i produttori locali, una cantina e una vigna di proprietà a pochi km dal mare. I vigneti si trovano - per la maggior parte - nell’oasi faunistica del fiume Conca (12 ettari), in linea d’aria sono circa 8 km dal mare. L’altra percentuale di vigneti (10 ettari) si trova sulle colline circostanti, con un’altitudine che arriva fino a 260 metri s.l.m.

Enio Ottaviani produce una gamma di vini completa e articolata che trova le sue espressioni più convincenti nei vini da vitigni tradizionali. I due bianchi Rebola e Pagadebit sono una goduria per un consumatore in cerca di sensazioni floreali, agrumate, di frutta fragrante e di erbe campestri. Le uve grechetto gentile che danno vita al Rebola provengono da Mulazzano e Coriano, mentre il bombino bianco per il Pagadebit viene da San Clemente. Sul versante dei rossi c’è una progettualità più ampia e il desiderio di proporre un’immagine più definita del sangiovese riminese.

In questo senso vanno letti i due rossi da sangiovese più accattivanti; il Caciara, per via della sua bevibilità e freschezza, preannunciate da un colore rosso più trasparente, e che trova solida conferma nel ritrovato e tradizionale abbinamento con grigliate di pesce.

Dietro al Dado, l’altro sangiovese, c’è invece un’idea più legata alla volontà di trasmettere nel vino i caratteri del territorio di provenienza, o meglio dei quattro vigneti disposti a differenti quote altimetriche e di orientamento, che forniscono le uve necessarie alla piccola produzione di circa 4.000 bt. Uve che poi vengono vinificate separatamente in vasche di cemento, affinate in botte grande e assemblate successivamente. Il Dado 2016 emana bei profumi nitidi di frutta rossa e accenni floreali di violetta con ricami speziati. Il suo asset gustativo ci mostra il suo bel carattere fresco, con tannini vivaci ma ben integrati e una solida sensazione fruttata che da polposità e volume al finale.

Enio Ottaviani: Via Pian di Vaglia, 17 - Loc. Sant’Andrea in Casale San Clemente di Rimini
https://www.enioottaviani.it/

Romagna Sangiovese Dado 2016


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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