Il Sangiovese dei "Sabbioni" si fa in 4

L’estate del 1987 sarà ricordata per il ritrovamento di un cranio di Mammuth nelle campagne tra Forlì e Faenza, oltre che per aver eletto la prima donna a Presidente della Camera e per il debutto del video gioco Street Fighter. Il reperto era affondato nelle sabbie gialle (molasse) risalenti al periodo messiniano che nella scala cronologica va posizionato tra i 5 e i 7 milioni di anni fa.

Di epoca più recente, circa 13 o 14 anni fa, è la fondazione dell’azienda I Sabbioni le cui vigne sono in parte coltivate nelle medesime sabbie gialle. Non fatevi strane idee, però, non siamo in spiaggia, per l’esattezza il terreno è composto da un misto di sabbie e argille. L’habitat che caratterizza la zona de I sabbioni è molto particolare; nel giro di poche centinaia di metri ritroviamo accenni di bosco, di pineta, poi naturalmente le vigne e gli olivi.

L’azienda appartiene alla famiglia dell’imprenditore forlivese Dino Zoli, attivo nel settore tessile con una passione per l’arte. La proprietà rientra nella sottozona Oriolo, o meglio sarebbe dire nella specifica MGA del Sangiovese, sottolineando così la vocazione rossista del territorio. Vocazione evidenziata nella gamma dei vini prodotti; ben quattro etichette di Sangiovese, alle quali si deve aggiungere un bianco, praticamente al suo esordio, ricavato dalla vinificazione in “quasibianco” dal sangiovese.

Chi ha dimestichezza con i rossi di quell’area, in generale piuttosto calorici e robusti, troverà nei Sangiovese dei I Sabbioni, un profilo del tutto diverso, volto più a evidenziarne la freschezza e la profondità. Se cercate un rosso “tuttifrutti”, i Sangiovese de I Sabbioni non fanno per voi. Come il sottoscritto, anche migliaia di follower e clienti di tutta Italia, ristoratori soprattutto, devono la conoscenza di questi vini a Fabio Fossi, amico di lunga data ma soprattutto professionista onesto e laborioso, instancabile promotore dei vini di Romagna, non già in Patria dove tutto è relativamente più facile, ma all’estero, oltre frontiera: in Veneto, in Piemonte, in Lombardia e finanche nella minuscola Valle d’Aosta.

Tra i vini attualmente prodotti e le novità in arrivo, di cui non posso parlarvi per non bruciarmi lo scoop, ho scelto per salutare l’autunno e i primi freschi che si spera arrivino presto (del caldo non se ne può più!) il rosso che porta il nome della MGA Oriolo. È un rosso da Sangiovese in purezza, ricavato da cloni romagnoli ad acino grosso allevati ad alta densità e vinificato in acciaio. La prima annata prodotta fu la 2015, e forse è ancora reperibile in azienda.

Oggi è più disponibile la 2016, una delle migliori annate per la Romagna, regolare e climaticamente meno anticipata del solito. Tant’è che il vino si aggiudicò l’ambito premio dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Annata che nel vino si traduce in un profilo aromatico pronunciato sui frutti rossi e i toni speziati, mentre al palato si distingue per la bella fusione tra freschezza sapida e calore alcolico, con il tannino che ci ricorda che i sangiovese sono vini fatti per la tavola

I SABBIONI
Via dei Sabbioni, 22
Località Castiglione Forlì (FC)
Romagna Sangiovese Oriolo 2016 EURO 22,00 in cantina
www.isabbioni.it


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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