Bertinoro punta su vino e gastronomia per promuovere il turismo slow nel borgo

“Sicuramente Bertinoro” è il claim della campagna di comunicazione con la quale la città dell’ospitalità si prepara all’estate 2020, puntando a promuovere il territorio e le sue eccellenze e sottolineando la possibilità di goderne in piena sicurezza. Una campagna fortemente voluta dall’assessore al Turismo Mirko Capuano, con l’obiettivo dichiarato di attirare visitatori, e sostenere così le molte imprese bertinoresi impegnate nei settori dell’enogastronomia e della ricettività.

Fra le eccellenze bertinoresi, accanto al fascino del borgo medievale, allo splendido panorama che si gode dal balcone di Romagna, un posto di riguardo lo hanno – sicuramente – la buona cucina e il vino, anzi i ‘vini che fanno innamorare’, come recita uno dei manifesti della campagna.

Del resto, la cultura del vino e della buona tavola, abbinata alla proverbiale ospitalità, è uno degli elementi distintivi di Bertinoro.
Lo si capisce già prima di arrivare. A dare il benvenuto al visitatore ci sono i rigogliosi filari che corrono sulle colline tutt’intorno, creando un paesaggio inconfondibile. Qui la vite si coltiva da tempo antichissimo e trova un ambiente particolarmente favorevole grazie alla presenza dello ‘Spungone’, la particolare roccia nata dalla barriera corallina presente in questa zona circa 3 milioni di anni fa. I preziosi elementi fossili dello Spungone, infatti, donano unicità e carattere al terroir di Bertinoro, conferendo ai vini mineralità, colore a una buona acidità e contribuendo così alla loro eccellenza.

Oggi nel territorio di Bertinoro i vigneti si estendono per un migliaio di ettari: qui troviamo il Sangiovese e l’Albana, ma anche il Bombino Bianco e il Terrano che in Romagna danno origine rispettivamente al Pagadebit e alla Cagnina dolce.

L’Albana, nella sua varietà “Gentile di Bertinoro”, è senza dubbio il testimone più autorevole del territorio. Le versioni previste, secco, dolce, spumante, amabile e passito dimostrano quanto sia versatile e radicata quest’uva, prima Docg a bacca bianca del Belpaese.
Tuttavia oggi è il Sangiovese a detenere il primato produttivo. Sangiovese che qui, nella versione ‘riserva’, si chiama il ‘Bertinoro’, grazie alla ‘Menzione geografica aggiuntiva’.

Per degustarli, per farseli ‘raccontare’ o acquistarli, niente di meglio che rivolgersi a una delle numerose cantine bertinoresi collocate lungo la Strada dei Vini e dei Sapori dei colli di Forlì-Cesena. Oppure, ci si può concedere una sosta in uno dei tanti locali che punteggiano il centro storico del borgo, dove i vini del territorio accompagnano le specialità gastronomiche della tradizione romagnola. Per supportare la loro attività nell’estate 2020, favorendo le norme di distanziamento, il Comune ha concesso la possibilità di ampliare gli spazi esterni occupati con tavolini e dehor fino a raddoppiare l’estensione di suolo pubblico occupato senza nessun onere.
E dopo cena o al termine di una degustazione, niente di meglio che concedersi una passeggiata nei molti luoghi di Bertinoro dedicati al vino. All’ingresso del borgo si trova il Monumento al Vignaiuolo, opera bronzea dello scultore Mario Bertozzi. Inaugurato nel 1976, ogni anno, durante la Festa dell’Ospitalità, vede svolgersi ai suoi piedi il rito del Vignaiolo nuovo, con la consegna di una pergamena a un vitivinicoltore che nel corso dell'anno ha intrapreso questa attività per la prima volta o in modo nuovo. A poca distanza, ecco la Strada della Vendemmia, uno stradello di un centinaio di metri dove sette pannelli, firmati da altrettanti pittori locali, illustrano i passaggi salienti della vendemmia.

Passeggiando fra le stradine acciottolate, infine si arriva in piazza della Libertà, con l’inconfondibile Colonna delle anella e la splendida balconata aperta verso la pianura romagnola. Proprio affacciandosi dalla balaustra della piazza si vede, subito sotto, la Campana dell’Albana con la quale si è voluto celebrare il riconoscimento della Docg all’Albana di Romagna, arrivato nel 1987. Firmata dall’artista Guerrino Bardeggia, che la completò nel 1989, la campana in bronzo è decorata con bassorilievi che ritraggono i vari momenti della vendemmia. Inizialmente era stata posta nella Torre dell'Orologio, accanto al Comune, ma nel 1994 si decise di spostarla nell’attuale collocazione per consentire a tutti di ammirarne le decorazioni. Una volta all'anno, i suoi rintocchi danno l'annuncio dell'inizio della raccolta dell'uva.



Redazione Emiliaromagnavini
Storie di vino e di cibo che meritano di essere raccontate. Vigneron intimamente legati alla loro terra, cuochi avvezzi alla materia prima e alla tipicità, eventi che fanno grande l'Emilia Romagna. Perché bere e mangiare sono prima di tutto un atto agricolo. Tutto il resto è noia. Per scrivere alla redazione: redazione@emiliaromagnavini.it
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