Il peso della tradizione

Quanto conta la reputazione di un territorio o di un vignaiolo quando si parla di vino? Molto, anzi moltissimo. Su come si forma una reputazione ci sono al riguardo svariate teorie. Jeff Bezos, il patron di Amazon, l’ha così descritta: “la reputazione è quello che dicono di noi, quando non siamo nella stanza”. Per conto mio aggiungerei anche: la reputazione di un venditore è quando vi convince a comprare una Fiat Duna usata a km 0. Ovviamente, ciò che diranno di noi “quando non siamo nella stanza” è il diretto risultato delle nostre azioni, di come siamo riusciti a infondere sicurezza, affidabilità e a dimostrare nel tempo il nostro talento, o la vocazione se si parla di territori. Un qualcosa che va costruito, non semplicemente enunciato attraverso slogan o frasi fatte. In sintesi, ciò che conta sono “I fatti”, ciò che si fa, non ciò che si dice di fare.

Siamo a Predappio
Nel nostro caso “i fatti” ci riportano al territorio di Predappio e al suo più noto Gonfaloniere, l’attuale proprietario della storica Fattoria Casetto dei Mandorli, Alessandro Nicolucci. La famiglia Nicolucci produce vino dal 1885, un fatto che colloca l’azienda tra quelle storiche romagnole, in un territorio dove le testimonianze della viticoltura risalgono al 1383.

Si può certamente, anzi è doveroso parlare di solida reputazione, sia riferendosi al territorio di Predappio, che alla Fattoria Nicolucci, la quale vanta nel suo palmares innumerevoli riconoscimenti. Giuseppe Nicolucci, conosciuto da tutti come Pino, ha portato avanti l’azienda fino al 2012, anno della sua scomparsa. Nota a margine: probabilmente pochi ricordano che il fratello di Pino, Ivano fu il fondatore della famosa orchestra “La Vera Romagna”.

Arriva Alessandro
Oggi, sulle spalle, invero solide, di Alessandro Nicolucci grava tutto il peso di una tradizione vitivinicola secolare e di una solida reputazione. Talmente solida che, alla domanda da me rivolta a una nota e celeberrima vignaiola toscana, su quale zona avrebbe scelto per fare sangiovese in Romagna, non ha avuto esitazioni nel dire Predappio. Pochi dubbi riguardo al fatto che Alessandro Nicolucci abbia una mano felice e sensibile, come ogni anno ci dimostra il suo Vigna del Generale, entrato oramai di diritto nel gotha dei grandi vini italiani.

Tre Rocche
Interpretazione altrettanto magistrale l’ho ravvisata nel Tre Rocche 2018, il suo sangiovese superiore. Annata dove il frutto rosso si esprime già al naso con particolare forza e nitidezza, emarginando quei toni chiaroscurali, terrosi e sulfurei che costituiscono un marker predappiese piuttosto consueto. Ben sintonizzata anche la parte dell’assaggio vero e proprio; vi si ravvisa un frutto pieno, che alimenta la propensione alla scorrevolezza di bocca, appena frenata da un tannino vibrante e da una bella e tonica codata sapida.

FATTORIA NICOLUCCI
Predappio Alta
http://vininicolucci.com/

Romagna Sangiovese Superiore Tre Rocche 2018
Euro 13,00 circa


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

Copyright © Emilia-Romagna Vini - Iscritto al Registro Stampa presso il Tribunale di Forlì al n. 11/18