Rocche Malatestiane, una festa per tre

di Federica Bianchi


Il numero 3 porta decisamente bene a Le Rocche Malatestiane: il suo Tre Miracoli, Sangiovese superiore 2018, ha ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, uno dei riconoscimenti più importanti del mondo enologico. Per l’azienda cooperativa riminese sta quasi diventando un’abitudine: in precedenza, per due anni consecutivi, aveva già conquistato l’ambito premio con il Sangiovese superiore Sigismondo.

Ma, soprattutto, questo tris di vittorie sancisce il successo del percorso di rinnovamento intrapreso negli ultimi anni da Le Rocche Malatestiane, con il varo di un progetto di alta specializzazione tutto giocato sulla valorizzazione del vitigno sangiovese e sull’identità territoriale. Scelta del tutto inedita, fino al 2012, nel Riminese, e determinata dal fatto che gli 800 ettari coltivati dai soci conferitori si distribuiscono equamente fra i tre terroir presenti sulle colline riminesi: si è puntato, così, a mantenere distinte ed esaltare le identità del sangiovese che qui si producono.

E quindi, dalla zona di Coriano, dove sorge anche la cantina, e dove i terreni argillosi, profondi, a volte ricchi in salinità, arriva il blasonato Sigismondo, un Sangiovese potente e dal gusto rotondo. L’area di San Clemente e Gemmano (dove si trovano anche le Grotte di Onferno) è caratterizzata, invece, da argille e terreni gessosi: qui si produce I diavoli, Sangiovese dai profumi intensi e fruttati. Infine, dai suoli sciolti di sabbia e gesso di Verucchio e Torriana arriva il Tre Miracoli appena premiato con i Tre Bicchieri: un Sangiovese sottile ed elegante, con profumi floreali e una fresca sapidità.

Alla vigilia della cerimonia ufficiale, i vertici dell’azienda e una rappresentanza dei soci conferitori hanno voluto festeggiare a Coriano il prestigioso traguardo insieme alla stampa con un brindisi. Nei bicchieri, ovviamente, il Tre Miracoli, accompagnato da una classica ‘rustida’ di sardoncini. Già, perché sulla costa romagnola, la tradizione più autentica, quella dei pescatori e dei marinai, è di innaffiare il pesce con il sangiovese. Una tradizione cui Le Rocche Malatestiane si ispira dichiaratamente, con l’obiettivo di contribuire a recuperarla. Non a caso, nella ‘carta dei vini’ aziendale campeggia una suggestiva foto degli anni Cinquanta, che ritrae il pasto in barca di alcuni pescatori, a base di pesce alla griglia e vino rosso.

Nella foto Elena Piva delle Rocche Malatestiane spiega il progetto di terroir alla stampa


Redazione Emiliaromagnavini
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