“Piccoli” produttori per grandi piatti

di Giulia Ghirotti

Nel firmamento vitivinicolo romagnolo, a fianco dei grandi satelliti attorno ai quali ruota la maggior produzione, brillano piccole stelle: cantine di modeste dimensioni, con aspirazioni tutt'altro che modeste. Piccoli grandi produttori che con i loro vini raccontano il nostro territorio, storie di sognie di fatiche, progetti che hanno conquistato il cuore di winelover, e che ora
ricevono lodi e riconoscimenti dalla critica di settore.
Un percorso di conoscenza, in questa direzione, lo ha proposto il Quartopiano Suite Restaurant a Rimini nell’iniziativa ideata dal maitre sommelier Fabrizio Timpanaro, che ha fatto incontrare i vini di questi coraggiosi produttori ai piatti dello chef Silver Succi. Il “manifesto” della serata sta nelle parole pronunciate da Timpanaro nel corso della serata: “Vini, racconti e paesaggi della nostra terra che meritano di essere conosciuti e riconosciuti, gustati e diffusi”.


L’evento si è aperto con un aperitivo al centro della sala: un vero e proprio banco d’assaggio dove gli stessi vignaioli stanno alla mescita, presentandosi con una prima selezione di bianchi e rossi. Terminato l’aperitivo si va a tavola e vengono servite sei portate, ognuna delle quali fa da spalla al vino prescelto, che è il vero protagonista, raccontato dallo stesso produttore.


Ha aperto le danze il Sauvignon Borgo Casale 2015 Vigne dei Boschi abbinato a un entrè di crostacei e fois gras. A presentarlo Paolo Babini, un vignaiolo che nelle colline di Brisighella, ha scelto di coltivare le zone più alte, dove le maturazioni sono più lente e gli sbalzi termici giorno-notte favoriscono i profumi. Su questo altopiano isolato e circondato da boschi,le viti sono coltivate nel rispetto della natura e dei suoi cicli vitali. Ne nasce un vino che si distingue con orgoglio e originalità dalle produzioni di massa industriali.


A seguire il Trebbiano Luna Nuova 2016 di Francesconi Paolo insieme a insalata di pesce, asparagi e tartufo bianco di pineta. Paolo ha raccontato i suoi vini di “carattere” che rispecchiano il “terroir”. Un pioniere dell’agricoltura biologica e biodinamica per vini identitari e di qualità su terreni gestiti in modo sostenibile.


Abbinato a un risotto mantecato al cavolfiore, cappesante e caviali, l’Albana Sabbia Gialla 2017 di Tenuta San Biagio Vecchio, presentata dal suo creatore Andrea Balducci. Andrea ha ridato linfa a un appezzamento storico sulle colline di Oriolo dei Fichi, 11 ettari su suoli composti da sabbie gialle dove le uve per lo più autoctone hanno trovato le condizioni migliori per dare alla luce espressioni uniche e di grande aderenza territoriale.


Per il bon bon di maialino fritto con cipollotto è stato scelto il
Centesimino 2017 dell’azienda agricola Ancarani. Qui Claudio e la moglie Rita, si dedicano a una produzione dal taglio estremamente artigianale, coltivando esclusivamente vitigni autoctoni nel rispetto della natura e dell’antiche tecniche tradizionali.


Il Merlot Sterpigno 2008 Giovanna Madonia è andato a braccetto con il manzo, presentato in due versioni dalle cotture diametralmente opposte, una tagliata a bassa temperatura e un brasato. Giovanna, punto di riferimento del territorio di Bertinoro, produce vini con un grande potenziale d’invecchiamento, che ben rispecchiano il carattere robusto,
autentico e generoso della Romagna.


Fiorile l’Albana 2011 di Fondo San Giuseppe, intensa, espressiva e sapida ha chiuso la cena in un insolito quanto centrato abbinamento al dessert: un tortino di ricotta gratinato con crumble di frutta secca, cristalli di sale e pesche cotte al timo. L’uva, racconta il vignaiolo Stefano Bariani, proviene da un vecchio vigneto di oltre quarant’anni di età nella zona di Brisighella; qui Stefano accompagna la natura nella produzione dei suoi vini, limitando al massimo il proprio intervento, tanto in vigna quanto in cantina.


Redazione Emiliaromagnavini
Storie di vino e di cibo che meritano di essere raccontate. Vigneron intimamente legati alla loro terra, cuochi avvezzi alla materia prima e alla tipicità, eventi che fanno grande l'Emilia Romagna. Perché bere e mangiare sono prima di tutto un atto agricolo. Tutto il resto è noia. Per scrivere alla redazione: redazione@emiliaromagnavini.it
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