Tenuta Santa Lucia, giovane ma già affermata

Si dice che i romagnoli non conoscono le mezze misure, e forse è vero vista la polarizzazione che caratterizza l’assetto produttivo del vino romagnolo. Da una parte alcuni colossi da milioni di litri e dall’altra piccole cantine che faticano ad arrivare a 50.000 bottiglie. In mezzo poco spazio. Un poco che però non significa affatto “niente”, un poco che combatte e cerca di alzare il livello qualitativo e, con esso, anche quello dei prezzi.

Un poco che gira per il mondo per far conoscere i vini romagnoli, che attinge a risorse famigliari, che dorme solo tra una fiera e un gruppo di clienti in cantina, e che trova anche il tempo di sorridere, di potare e controllare che i suoi vini procedano come vuole.

Tra questi “hobbit”, abitanti della terra di mezzo, c’è Paride Benedetti con la sua Tenuta Santa Lucia. Laureato in Scienze Agrarie, Paride si avvicina al mondo del vino alla fine degli anni ’90, scegliendo di dedicarsi ai terreni di famiglia, nel cesenate. Il nucleo originario apparteneva al nonno materno, Mario Gusman, già specializzato nell’attività vitivinicola. Una volta ripartite le proprietà, alla parte derivante dalla divisionefamiliare, Paride ha aggiunto altri poderi, in parte acquistati ed in parte affittati, ed ha iniziato così a dare sostanza ai suoi progetti sul vino. Progetti riassumibili in due punti chiave: lavorare con uve autoctone, e quindi albana in primis, poi sangiovese, centesimino e uva famoso, e adottare metodi di coltivazione e vinificazione più in sintonia con la natura ed i suoi ritmi.

Inizia così un lungo lavoro: dapprima assicurarsi terreni entro i confini stabiliti dal disciplinare per produrre albana docg (infatti, per uno strano scherzo del destino, i terreni ereditati si trovano, seppur di poco, fuori dalla zona delimitata) poi provvedere alla sistemazione complessiva delle vigne, con una messa a punto dei vecchi impianti e la realizzazione di nuovi, infine la conversione al biologico e la felice scoperta, negli ultimi anni, della coltivazione biodinamica (oggi vanta pure in etichetta la certificazione Demeter), Infine, una nuova ed attrezzatissima cantina a Mercato Saraceno, ben dislocata lungo l’asse fluviale del Savio. Le numerose etichette della Tenuta Santa Lucia, testimoniano la propensione di Paride per l’esplorazione e la passione per la spumantizzazione che
viene realizzata integralmente nella tenuta.

Fine dei progetti, dunque? Si, certo, eccome! Non appena vedremo l’acqua andare in salita. Ma d’altronde, c’è da attendersi di tutto, da uno che ha realizzato la versione romagnola del Vin Santo Occhio di Pernice, chiamandolo Occhio di Starna. Dai passiti ai Metodo Classico, con una delle tante etichette di Tenuta Santa Lucia.

Il Zeno Extra Brut Millesimato 36 mesi sui lieviti, è ottenuto da uve sangiovese in bianco. Ha colore lievemente ramato con un perlage piuttosto fine e profumi di pan brioche, di fiori e frutti gialli. Gusto secco (dosato 2gr/lt) energico e propulsivo, con apprezzabile sostegno fruttato e un finale corroborante.
L’annata attualmente in vendita è la 2015, tirata in circa 4.000 esemplari, mentre salgono a 13.000 le bottiglie del millesimo 2018.


ZENO EXTRA BRUT SPUMANTE METODO CLASSICO
EURO 18,00

TENUTA SANTA LUCIA - Via Giardino,1400, Mercato Saraceno

www.santaluciavinery.it


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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