Chi beve birra campa cent’anni

Chi beve birra campa cent’anni. Questo semplice ma efficace slogan fu il sostegno della prima campagna pubblicitaria collettiva della birra verso la fine degli anni ‘20. Roba vecchia e datata ma credo comunque anche i più giovani lo avranno orecchiato.

Oggi uno slogan del genere sarebbe impensabile per ovvie ragioni. La prima delle quali è che gli slogan che funzionano oggi fanno leva su un altro immaginario, legato alle spiagge caraibiche, alla musica rock, a stuoli di belle ragazzotte che sculettano, e dio solo sa a cos’altro. Poi c’è il filone “artigianale” che fa leva su altri argomenti: filiera corta delle materie prime, indipendenza dalle catene di approvvigionamento e un’idea di fondo che “agricolo e artigiano è bello comunque”. Abbasso la birra industriale dunque!

Io di birra non me intendo, nonostante Ais preveda corsi specifici sulla birra, non ho mai coltivato questo desiderio fino in fondo. Mi basta già il vino! A proposito, i corsi sulla Birra di Ais Romagna sono il massimo, il docente è Riccardo Ravaioli, un ragazzo a modo e molto preparato.

In ogni caso l’altra sera mi sono fatto coinvolgere sul tema birra e andare a pochi km da casa mia per visitare il birrificio La Mata che si trova a Solarolo (il paese non è mio, ndr). Tanto di cappello al fondatore Marco Tamba per l’ardimentosa impresa di coltivare luppolo e fare birre artigianali e indipendenti (con tutto quello che vuole o non vuole dire) nella campagna di Solarolo, altrimenti vocata a produrre a scelta, pesche, cipolle da seme, patate, spagnèra o trebbiano a tonnellate.

La Mata dispone di un equipaggiamento tecnologico di prim’ordine e Marco segue direttamente tutto il processo di produzione della birra, occupandosi anche di selezione e di coltivazione delle materie prime, di lavorazione delle stesse e naturalmente del processo di trasformazione. La birra prodotta è frutto di una filiera che parte e si conclude nell’azienda stessa. Certo la gamma di birre prodotte fa impressione: lager, pilsner, stout, indian ale, alta e bassa fermentazione e non so di quanti altri stili, perché Marco è un vulcano e sperimenta di continuo.

Per farla breve ne ho assaggiate quattro, due mi sono piaciute e due no. Non è male, no? Vale la pena provarle e visitare il birrificio, non foss’altro per le spiegazioni di Marco e per le bellissime lattine.


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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