Loguercio: ‘Albana, il vitigno ha il carattere dei romagnoli’

Da cinque anni arriva in Romagna e guida la giuria del Master Romagna Albana Docg. Simone Loguercio è un nome importante nel mondo del vino, migliore sommelier d’Italia 2018, componente Ais nazionale per i concorsi. Nel suo palmares anche il Master del Lambrusco e il Miglior Sommelier di Toscana. Con lui parliamo di Albana, con il Master da poco alle spalle a Bertinoro che ha incoronato un romagnolo dopo tre anni.

Le “sue” cinque edizioni del Master cosa ci dicono…

Che l’Albana è cresciuta tantissimo. Parlo dalla mia ottica al di là dell’Appennino, dalla Toscana, e dico che è sempre più conosciuta. Bisogna lavorare per portarla ancora di più al di fuori dei suoi confini. Il Master in fondo serve a questo. Vedere nell’ultima edizione più partecipanti fuori la Romagna è una bella indicazione. Il fatto in particolare che ci fossero più campani, spinti sicuramente dalla vittoria di Luca Matarazzo, è un bel segnale.

Qual è il suo rapporto con l’Albana?

Molto positivo, tanto che nel mio locale in centro a Firenze propongo degustazioni e l’ho inserita in carta.

Cosa l’ha colpita dell’Albana?

È un vitigno versatile, tra i bianchi più importanti che abbiamo in Italia. Quando sono venuto in Romagna la prima volta nel 2017 ho avuto difficoltà nel capirla perché non c’era una unione di intenti, ogni produttore la vinificava come meglio credeva. A una lettura più attenta però ho trovato un racconto, un nesso. La Romagna sino a qualche anno fa era tutta focalizzata sul sangiovese, che rimane un grande portabandiera, ma da tempo anche l’albana si è fatta largo nelle carte dei vini, tra i comunicatori, in tutto il mondo Ais. C’è una sostanza da comunicare.

Il motivo di questa riscoperta?

Come ho detto prima, la sua versatilità con tante possibilità di vinificazione. Ha un grappolo enorme, quasi irruente nel raccoglierlo, ma poi sa essere docile, di struttura, corposa. È un vino a tutto pasto che può essere proposto in diverse versioni, dalla spumantizzazione alla versione secco, per arrivare alla dolce.

Come vede il futuro?

Già da qualche anno in maniera positiva. Se ritorno in questo territorio è perché vedo la possibilità di un’ulteriore crescita. La Romagna sta vivendo un momento storico molto particolare per la tragedia che ha subito e l’Albana può essere un punto da cui ripartire nel miglior modo. Vedo un futuro roseo. È un vitigno che ha carattere proprio come i romagnoli.


Filippo Fabbri
Calciatore mancato, giornalista per passione. Una stella polare, il motto del grande Gianni Brera: “Prima di scrivere un articolo bevi un bicchier di vino”. Perchè come diceva Baudelaire "bisogna diffidare degli astemi". Contatti: filfabbri@gmail.com
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