Gli spaghetti al pomodoro per immagini

Casa Artusi torna ad ospitare una mostra a tema cibo. Curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig, in collaborazione con Casa Artusi, l’esposizione è dedicata alla “Storia illustrata degli spaghetti al pomodoro”.

La mostra nasce da un libro, Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro, di Massimo Montanari, storico dell’alimentazione, pubblicato da Laterza nel 2019. La bravura dell’autore – come scrive il curatore nel testo introduttivo – sta nell’aver condensato in cento pagine la lunga nel tempo ed estesa nello spazio vicenda del piatto italiano per eccellenza.

Nei capitoletti in cui si snoda il racconto c’è tutto: la Mesopotamia, la cultura gastronomica greca e romana, gli arabi, la pasta fresca e quella secca, Marco Polo e la Cina (si spiega che non c’entrano con quella storia), la Sicilia dei “mangiamaccheroni” che passa il testimone a Napoli, le mani e la forchetta, la scoperta del pomodoro in Messico e il pomodoro in salsa spagnola, il “pepe d’India” o peperoncino, il burro e l’olio d’oliva, l’aglio e la cipolla, il basilico. Non poteva mancare il ripetuto omaggio a Pellegrino Artusi, il primo ad inserire nel suo celebre ricettario ben dieci ricette per condire gli spaghetti, allora considerati una specialità napoletana e divenuti poi simbolo della cucina italiana.

Gli spaghetti raccontatati da Massimo Montanari non sono “solo” gastronomia, si intrecciano alla storia, all’economia e alla società. E soprattutto ci insegnano ad allargare il nostro sguardo, a vedere il percorso di un piatto attraverso i secoli, a riconoscere i diversi apporti di altre culture, che solo alla fine di un lungo processo producono un’identità che naturalmente non era data in origine.

Il passaggio dal libro alla mostra è stato possibile grazie all’artista Luciano Ragozzino. Per gli spaghetti ha usato una tecnica in cui eccelle, l’acquerello. Il risultato sono 18 tavole più morbide delle acqueforti nel segno e godibili per il colore, ma sempre ironiche e puntuali nel fare da contrappunto grafico ai testi.

Ragozzino non illustra, inventa e le sue metafore visive si imprimono nella mente “completando” le parole e costituendo il principale corpus iconografico mai ideato finora sulla storia degli spaghetti. Molte tavole una volta viste non si dimenticano più: gli spaghetti che avvolgono l’Italia fondendosi con la sua geografia; Pulcinella che con una mano porta alla bocca gli spaghetti e con l’altra li arrotola nella forchetta, sintesi visiva del duplice modo di mangiarli; le nozze tra il pomodoro e il peperoncino arrivati dall’America; il pesce d’aprile 1957 della Bbc che annunciava agli inglesi l’ottimo raccolto degli alberi di spaghetti nella valle del Po.

Info. La mostra è aperta fino al 22 novembre 2021.
Orari: lunedì 15-18 / martedì 9-12.30 / mercoledì 15-18 / giovedì 9-12.30 / venerdì 15-18; sabato 9.30-12.30 / domenica 9.30-12.30


Matteo Fabris
A me il vino piace berlo e raccontarlo. Fate voi..
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