Agrifood, l’e-commerce va a due velocità

Il Covid nell’agroalimentare regionale ha avuto ripercussione per il 57% sull’occupazione, per il 25% sulla domanda nazionale e per il 17% su quella estera. Ma c’è un canale in particolare su cui ha inciso: lo sviluppo dell’e-commerce. Esploso a seguito dei limitati spostamenti dei consumatori, in realtà a una lettura dei numeri il commercio on line presenta luci e ombre. Chi ci ha investito ha visto una impennata delle vendite del +55%, tuttavia due imprese su tre non ne hanno fatto ricorso e addirittura la metà non lo ha fatto verso i consumatori.

Di fatto le aziende hanno risposto a velocità diverse alla crisi”, spiega Matteo Beghelli, direttore di Art-Er autore della ricerca ‘Imprese agroalimentari: trasformazione digitale ai tempi del Covid’ realizzata per conto di Regione e Unioncamere. “Quasi la metà ha registrato variazioni contenute (comprese tra il -2% e il +1%) mentre all’opposto quasi 4 imprese su 10 hanno registrato aumenti elevatissimi (anche oltre il 100%)”.

C’è un altro dato poi che lascia il segno: il fatturato dell’e-commerce. Nelle aziende pesa del 4% (in epoca pre-Covid era del 2%), quindi marginale nel suo insieme. Chi evidenzia maggiori margini di crescita sono le aziende che gestiscono esternamente il canale del commercio on line (ad esempio portali specializzati), tuttavia il grado di soddisfazione risulta più ridotto rispetto a chi lo gestisce con risorse interne. “Questo è un tema centrale, in quanto comporta il rischio di disamore per il canale – ancora Beghelli – Un altro rischio sta nella convinzione che una volta passata l’emergenza Covid tutto ritorni come prima, a un ridimensionamento del canale. Questo è sbagliato perché la strada in questa direzione è tracciata”.

Tanto più in un settore come l’agroalimentare prima voce dell’export in Emilia Romagna. “Attraverso il piano Data Valley Bene Comune promosso dalla Regione – ha detto l’Assessore all’Agricoltura regionale Alessio Mammi - metteremo in campo azioni per migliorare le competenze digitali per i settori economici più in ritardo, poi incentivi alla connettività per le imprese, e un ampliamento del Piano Banda Ultralarga per le cosiddette aree bianche non coperte da connettività, e per le aree grigie dove la connettività presente non è sufficiente. Per la digitalizzazione delle imprese, sono previste risorse nel Piano di Sviluppo Rurale nel biennio di transizione 2021- 2022 per investimenti in agricoltura di precisione, implementazione di strumenti digitali, sostegno alle iniziative di formazione e informazione”.

La pandemia ha portato le imprese a ripensarsi radicalmente– ha detto Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – Digitalizzazione e internazionalizzazione sono le scommesse del futuro”.


Filippo Fabbri
Calciatore mancato, giornalista per passione. Una stella polare, il motto del grande Gianni Brera: “Prima di scrivere un articolo bevi un bicchier di vino”. Perchè come diceva Baudelaire "bisogna diffidare degli astemi". Contatti: filfabbri@gmail.com
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