Spumanti 2020 in chiaroscuro

Andamento contrastante per l’universo spumanti in Italia. I primi tre produttori italiani registrano numeri in crescita, la media generale però evidenzia un -1%. A dirlo è un’analisi di Pambianco che ha preso in esame il trend 2020 dei primi sei gruppi del vino italiano (c'è anche una presenza regionale con Contri con i Lambruschi).

In generale per la spumantistica il 2020, vissuto perlopiù in casa, senza eventi e senza brindisi, non poteva offrire particolari soddisfazioni, proprio perché c’è stato ben poco da festeggiare. I conti dei primi cinque gruppi specializzati vedono in effetti andamenti in chiaroscuro e in generale premianti per le realtà che operano nel mondo del Prosecco, in linea con l’andamento delle denominazioni collegate alla bolla del nordest. Se la doc Treviso ha raggiunto per la prima volta quota 500 milioni di bottiglie, le due dogc Conegliano Valdobbiadene e Asolo Prosecco hanno evidenziato segnali positivi quantificati nella stabilità (92 milioni di bottiglie) della prima e nella crescita (+10%) della seconda.


Il Prosecco, lo spumante più bevuto al mondo, vince la sfida nella categoria degli sparkling e si impone come bolla resiliente in un contesto globale molto critico che ha invece penalizzato lo Champagne. È stato, infatti, un anno particolarmente difficile per il metodo classico, ma anche qui l’Italia pare aver tenuto più della concorrenza estera.

In testa troviamo Fratelli Martini, che, forte dei suoi marchi di proprietà Sant’Orsola e Canti, è salita da 206 a 210 milioni di euro. A seguire la coop più forte del Prosecco, la trevigiana La Marca, che cresce del 6% arrivando a 150 milioni e al terzo posto la grande rivelazione dell’anno ovvero l’azienda veronese Contri, molto attiva anche nelle bolle rosse (Lambrusco), che vola a 109 milioni con un balzo di oltre il 13%.

Non è un caso che le tre posizioni a seguire siano tutte in negativo, in quanto legate a produttori più esposti verso l’horeca o verso mercati che hanno sofferto maggiormente, a cominciare dall’Italia stessa.

Il successo del Rosé crea però buoni presupposti per i prossimi mesi per il Gruppo Villa Sandi che con un fatturato di 91 milioni si pone in quarta posizione. Se il 2020 si è chiuso in lieve flessione (-4%), le attese per fine 2021 sono di riportare il fatturato al di sopra del 2019.

Chiudono la classifica, in ex aequo al quinto posto, Lunelli e Mionetto con 85 milioni di fatturato.


Redazione Emiliaromagnavini
Storie di vino e di cibo che meritano di essere raccontate. Vigneron intimamente legati alla loro terra, cuochi avvezzi alla materia prima e alla tipicità, eventi che fanno grande l'Emilia Romagna. Perché bere e mangiare sono prima di tutto un atto agricolo. Tutto il resto è noia. Per scrivere alla redazione: redazione@emiliaromagnavini.it
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