Albana, il case history cesenate

In attesa del Master in programma questo fine settimana a Bertinoro, siamo andati in uno dei territori più dinamici dell’Albana: il cesenate. Qui i produttori hanno messo a segno cinque eccellenze di Albana su otto vini giudicati al top dai sommelier di Ais nella guida “Emilia Romagna da Bere e da Mangiare”. Abbiamo contattato tre di loro per raccontarci come sta cambiando il panorama dell’Albana e come è andata la recente vendemmia.

Stefano Zavalloni
Tra i primi a crederci c’è Stefano Zavalloni. “Fino a 15 anni fa la secca non la facevamo. È stato il nostro enologo a consigliarla e devo dire che è stata una scelta giusta, tanto che oggi ne produciamo più della dolce. È un prodotto che all’estero piace tanto, in particolare in Giappone. Appena vengono a conoscenza che è il primo vitigno bianco in Italia ad avere ricevuto la Docg parte la curiosità unita all’assaggio. Dobbiamo invece lavorare di più sulla presenza nella carta dei vini dei nostri ristoranti in Romagna. Il nostro Sangiovese ha superato questo scoglio, dobbiamo fare altrettanto con i bianchi. Per questo abbiamo aderito al Club dei Bianchi in Romagna”.

Zavalloni produce 25mila bottiglie albana secca, da cinque anni non fa che aumentare il numero di vigneti impiantati. Positivo il giudizio sulla vendemmia di Albana. “Siamo partiti nelle vigne a Cesena poi l’abbiamo fatta a Monteleone a 360 metri sul livello del mare. Qui c’è uno sbalzo termico fantastico. Lo scorso anno si era verificato un fatto eccezionale, l’albana l’avevamo vendemmiata il 2-3 ottobre perché l’uva era più indietro. La qualità di quest’anno? Ottima, caldo e siccità non hanno fatto soffrire le vigne”.

Podere La Grotta
Un’altra Albana “eccellente” è quella dell’azienda agricola di Giovanni Amadori a Cesena. 14 gli ettari a vigna, 4 dediti al vitigno bianco. “Come quantità siamo nella media dello scorso anno, la qualità mi pare superiore”, spiega Amadori della vendemmia. Due le versioni prodotte: secca e a vendemmia tardiva. Nel 2014 Podere la Grotta si è aggiudicato anche il riconoscimento nella guida Bere bene del Gambero Rosso. “La nostra versione secco la vendiamo da Riccione e Modena. Quello che ci rende orgogliosi è vedere il cesenate tra i primi a credere nella rinascita, sino a una ventina di anni fa non era così”. Amadori guarda lontano: “Tra poco sarà il momento del Famoso è il più aromatico di tutti. Sono certo di una sua rinascita”.

Tenuta Casali
Salendo in altura, a Mercato Saraceno, troviamo Tenuta Casali, anch’essa premiata dai sommelier. "L'Albana è un grande vino bianco che a volte in passato non ha avuto l'attenzione e l'apprezzamento che merita. Oggi si è finalmente capito che condivide con tutti i grandi vini bianchi italiani una caratteristica fondamentale: il legame con il territorio, che la rende unica, non riproducibile altrove". Positivo il giudizio sulla vendemmia: “La nostra Albana nasce da una vigna con più di trent'anni, capace di garantire alle uve grande equilibrio e la giusta concentrazione naturale anche in annate molto calde, come di fatto si sta rivelando essere la 2020. Rispetto a una vigna giovane, più esposta agli squilibri climatici, la nostra nel corso del tempo ha imparato ad autoregolarsi e a rispondere al meglio anche in condizioni di sofferenza". 3- Fine

Le testimonianze delle tre cantine sono state pubblicate sul Corriere Romagna del 6 ottobre 2020


Filippo Fabbri
Calciatore mancato, giornalista per passione. Una stella polare, il motto del grande Gianni Brera: “Prima di scrivere un articolo bevi un bicchier di vino”. Perchè come diceva Baudelaire "bisogna diffidare degli astemi". Contatti: filfabbri@gmail.com
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