Territorio

Riminese

Attraenti località affacciate sulla costa adriatica, di cui hanno decretato nei decenni la fama turistica internazionale, ad iniziare da Rimini, ma anche Riccione, Cattolica, Misano divenute le capitali dell’industria della vacanza e un entroterra ricco di storia, simboleggiata dal dominio della Signoria dei Malatesta e da segni tangibili lasciati sul territorio, rocche e castelli, di cui sono disseminate le vallate: ecco il riminese nei suoi due volti immediatamente riconoscibili. Terra di turismo e di ospitalità, non solo balneare. Risalire le vallate dell’entroterra significa incontrare piccoli gioielli come il Museo Archeologico di Verucchio dedicato alla civiltà villanoviana, o quello dei luoghi dell’anima con fontane, parchi, giardini, che evocano Il mondo di Tonino Guerra e la sua poesia, icona di queste terre insieme all’amico Federico Fellini per il quale sceneggiò Amarcord. Il mito felliniano si respira un po’ ovunque nel riminese, ma a Rimini - lo si può davvero dire – è di casa.
La vacanza attiva è protagonista lungo le vallate del Conca e del Marecchia, luoghi ideali per il cicloturismo, così come per le passeggiate a cavallo, grazie anche alla presenza di diversi centri ippici, strutture di ricovero per cavalli e cavalieri e ippovie, numerose nel Parco Naturale Sasso Simone e Simoncello. La vallata del Marecchia è anche il paradiso del free climbing e dell’arrampicata sportiva, grazie alle emergenze rocciose che caratterizzano il paesaggio. Infine un viaggio tra i sapori; si parte dalle ricette di pasta fatta in casa, di cui è ricca la tradizione, si passa per i saporiti secondi piatti dell’entroterra collinare con le grigliate di carne a base di castrato, mentre la riviera propone una cucina a base di pesce che esalta il pescato locale come il pesce azzurro. Tra i prodotti enogastronomici più noti, oltre la famosa "Piadina romagnola Igp", sono da segnalare i vini Doc e l'olio extravergine d'oliva Dop "Colline di Romagna", coltivazioni che caratterizzano il paesaggio collinare dietro al mare.



Rimini Come scoprire un raro Giotto in riva al mare


Se pensavate di sapere tutto su Rimini (tipo cose da vedere, da fare, da mangiare), beh non siatene troppo sicuri: c’è il 99% di possibilità che vi stiate sbagliando. Rimini è una straordinaria Città d’Arte. D’Arte sì. L’antica Ariminum fu fondata dai Romani. Diventò presto importante, ricca e bella. Quindi non c’è da sorprendersi che sia piena di scorsi inaspettati e di chicche emozionanti.
Per esempio. Magari conoscete a memoria tutti i tipi di piada che si possono ordinare nei chioschetti. Avete già visto quello spettacolo incredibile che è la Domus del Chirurgo, un reperto stile Pompei: una casa e ambulatorio di un medico del periodo imperiale, perfettamente conservata. Ma… qualcuno vi ha mai sussurrato all’orecchio che a Rimini si può andare a vedere un prezioso (e rarissimo) Giotto?
Proprio così,in pieno centro storico, c’è un meraviglioso Crocefisso. Si trova sull’Altare maggiore dentro il Tempio Malatestiano (1450), il marmoreo e ieratico edificio voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta e firmato dal grande Leon Battista Alberti. Perché vederlo? Perché sembra un’immagine reale. Giotto (1267-1337), nella sua grandezza di pittore, è riuscito a dare un’incredibile definizione del torace reclinato e dell’addome sporgente.
C’è un altro fuoriclasse, un’altra icona della storia dell’arte nel Tempio Malatestiano: un prezioso Piero della Francesca (1415-1492). Il quadro di uno dei più grandi artisti del Rinascimento rappresenta Sigismondo (Malatesta) davanti a San Sigismondo. Si trova in fondo al Tempio sulla destra dell’Altare Maggiore.
E adesso soffermatevi ancora qualche momento nel Tempio Malatestiano. Guardatevi intorno perché ne vale la pena. Questo edificio ha una storia avventurosa. Un edificio grandioso e splendido, in sintonia con la nuova cultura rinascimentale: per la prima volta è l’uomo e non Dio il protagonista. Lo fece costruire (1447) Sigismondo Malatesta appunto perché desiderava uno sfarzoso mausoleo per sé e per la sua giovanissima amante diventata in seguito suo moglie Isotta dall’Atti. L’interno è ricchissimo di dipinti, bassorilievi, simboli misteriosi quasi da far girar la testa. E secondo molti i due amanti occhieggerebbero da ogni parte della costruzione indissolubilmente legati in un nodo d’amore rappresentato dalle iniziali intrecciate del loro nome (S e I, che costituiscono anche la prima sillaba del nome di Sigismondo).
E se siete a Rimini, regalatevi un momento da film. Di Fellini naturalmente. L’esperienza da fare è prendere un aperitivo o anche solo un cappuccino al Grand Hotel di Rimini. Da lì alla Palata (cioè il molo al porto) son solo due passi. Era il posto preferito di Federico Fellini quando aveva bisogno di rimanere da solo in cerca di pace e di ispirazione Nelle serate ventose sembra quasi ancora di vederlo…

DA NON PERDERE
Il Ponte di Tiberio
L’Arco di Augusto
La Domus del Chirurgo
La piadina riminese e i “cassoni”
Fotografare Il tramonto alla “Palata” in cima al Portocanale
Footing sul lungomare

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