Sono numerosi i tesori gastronomici della città in cui, alla fine del XV secolo, nacque Cristoforo da Messisbugo, il padre della cucina moderna. La Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara esalta l’anguilla, “regina delle valli” e da secoli uno dei principali alimenti della zona di Comacchio, dove in autunno la si festeggia con una grande sagra. Tra le specialità tipiche che si incontrano lungo il percorso ci sono il tartufo bianchetto nella zona di Mesola, l’Aglio di Voghiera Dop e la Salama da sugo Igp, un delizioso insaccato di carni di maiale, le cui prime testimonianze risalgono addirittura fino al 1300. Tra i dolci della tradizione meritano un posto d’onore il panpepato, preparato già all’epoca della signoria estense, i mandorlini di Ponte Lago Scuro e i topini di Comacchio, il cui nome rimanda a un evento di epoca napoleonica.

Ferrara città romantica con un alone di mistero
C’è un piccolo mistero che avvolge il Monastero di Sant’Antonio in Polesine a Ferrara. Atmosfera spirituale e di pace profonda. Ma anche uno strano fenomeno che nessuno studioso è riuscito a spiegare: la tomba di Beatrice d’Este trasuda acqua ed emette dei rumori. Succede sei mesi all’anno, da autunno a primavera. Una fuoriuscita sorprendente perché l’ambiente è asciutto e non vi sono crepe o scanalature.
Il monastero di Sant’Antonio in Polesine, fondato nel 1250 dalla giovane Beatrice d’Este è uno dei luoghi più misteriosi di Ferrara, città d’arte fra le più belle d’Europa e sito Unesco.
Appena arrivati, memorizzate la posizione del Castello Estense: è il centro città. E’ da qui che parte ogni visita e tour di questa capitale del Rinascimento italiano.
La seconda cosa da fare è: dimenticare l’auto. Nella Bike City italiana per eccellenza, non si guida: si pedala. La città è pianeggiante e piena di piste ciclabili. La bici è spesso inclusa nel prezzo dell’hotel. Oppure si noleggia: costa pochi euro euro e basta rivolgersi all’Ufficio di accoglienza turistico: tel. 0532/209370.
Ora siete pronti per il primo giro in bici: è quello delle mura, un percorso su un terrapieno alberato di 9 km alla scoperta di torrioni e fortificazioni che proteggevano la città. Quando si arriva all’altezza di Corso Ercole si può uscire alla Porta degli Angeli e prendere a prendere a destra. Piccola sosta all’all’ingresso (quello che dà sul Corso) di parco Massari: era l’entrata del Giardino dei Finzi Contini nella celebre trasposizione cinematografica.
Per il resto girare per Ferrara è un vero piacere. Se la città è così bella lo deve alla famiglia d’Este che qui regnò per 300 anni.
Tappa obbligata è Palazzo dei Diamanti (1492). E’ costituito da 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa che grazie ai vari orientamenti delle punte creano un incredibile effetto ottico. La leggenda narra che in uno di questi ci sia un diamante vero nascosto da Ercole I d’Este in persona. Soltanto due persone conoscevano l’esatta posizione, il duca e il capomastro. Disgraziatamente al capomastro dopo poco fu tagliata la lingua.
Di certo qui siamo nel punto più magico di Ferrara: il famoso Quadrivio fra Palazzo Diamanti e Piazza Ariostea. E’ il quartiere della Addizione Erculea: l’espansione urbanistica ”perfetta” progettata e realizzate nel ‘500 da Biagio Rossetti. La Ferrara del Medioevo si concentra invece intorno al Castello Estense e alla Cattedrale. Da qui si dipanano le caratteristiche vie medioevali principali: San Romano, Via delle Volte, arrivando in Via Mazzini, antica sede del Ghetto ebraico.
Non si può ripartire infine senza aver visitato Palazzo Schifanoia dove la Corte Estense “schivava la noia” fra feste e balli e affreschi meravigliosi.
DA NON PERDERE
Il Castello Estense
Una mostra a Palazzo dei Diamanti
La passeggiata nelle vie medioevali
Andare in bicicletta fino al vicino Po
Un giro in barca sui canali di Comacchio, la piccola Venezia
La Salama da Sugo