Territorio

Reggiano

Lungo la pianura padana, tra le raffinate signorie rinascimentali dei Gonzaga, dei Bentivoglio e degli Estensi, si snoda la Strada dei Vini e dei Sapori delle Corti Reggiane, che unisce storia e arte a sapori di prima qualità. Da gustare lungo il cammino il Parmigiano Reggiano Dop e l’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Dop, e il tradizionale erbazzone, prodotto di panetteria a base di pasta sfoglia e ripieno di verdure e formaggio. La Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa propone il tradizionale gnocco fritto, da gustare con i golosi salumi della cucina reggiana, tra cui il caratteristico Salame di Felino Igp, il pregiato cappello del prete, il guancialino e l’irresistibile pancetta Canusina, salume tipico speziato della tradizione montanara, dove è ancora viva la cultura del maiale introdotta più di tredici secoli fa dai longobardi scesi dalla Germania. Una tappa è d’obbligo nei Comuni di Villa Minozzo e Succiso, dove si trova il migliore pecorino dell’Appennino reggiano.



Reggio Emilia Il primo tricolore originale e architetture avveniristiche


Cos’hanno in comune la nazionale di calcio, il presidente della Repubblica e la città di Reggio Emilia? Se ci mettete più di… dieci secondi a rispondere, significa che non sapete che a Reggio Emilia è nata la bandiera italiana. Sì proprio il Tricolore. Quel verde, bianco e rosso che quando si innalza al cielo per una vittoria alle Olimpiadi o in cerimonie ufficiali, ci provoca immancabilmente po’ di emozione. Bene, questa bandiera è stata concepita e poi adottata come bandiera italiana a Reggio Emilia. La storia? Fu un reggiano, Ludovico Bolognini che la disegnò. Il modello fu adottato dalla Repubblica Cispadana nel 1797. Poi, piacque così tanto che nel 1848 alla proclamazione del Regno d’Italia, quella diventò la bandiera nazionale. Oggi quel primo esemplare di bandiera italiana è al Museo del Tricolore, in Piazza Prampolini.
Una volta a Reggio Emilia, scoprirete così che questa città, è davvero un gran bel posto. Ricco di opere d’arte, piazze, chiese e attrazioni di arte contemporanea. Come il famoso ponte sull’autostrada a forma di vela e l’avveniristica stazione dell’Alta velocità, firmati Calatrava. Da vedere anche la Collezione Maramotti, ospitata nella vecchia fabbrica della Max Mara. Oltre 200 opere appartenuti al patron Achille Maramotti: dall’espressionismo all’astrattismo, dalla Transavanguardia alla Pop Art. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria. www.collezionemaramotti.org.
Un altro esperimento è quello del Palazzo dei Musei in via Spallanzani 1. Costruito otto secoli fa esattamente nel 1256 dai monaci francescani. Nel corso dei secoli il convento si sviluppò su due piani intorno a un grande chiostro porticato con tanto di orto muro di cinta. Il museo in alcune occasioni si trasforma in M.O.O.N. (Museum Ordinary Open Night): in alcune sere rimane aperto anche di notte ospitando musica da vivo nei cortili interni, spettacoli di danza, cuscini per terra, luce di candele. http://www.musei.re.it
Da non perdere però è anche la chiesa più famosa della città. E’ il Santuario della Basilica della Ghiara, in Corso Garibaldi 44 (in pieno centro). Architettura barocca emiliana. Ricca. Sfarzosa. Colma d'affreschi eseguiti dai migliori artisti del '600 da Ludovico Carracci a Guercino. Ancora oggi è meta di pellegrinaggio.
L’altra grande chiesa è nella piazza adiacente a quella principale: in piazza San Prospero. Si tratta della Basilica omonima. Fondazione nell’anno di grazia 997 per conservare le reliquie del patrono della città. Accanto svetta la Torre campanaria, a pianta ottagonale, firmata (1538) Giulio Romano. Nei giorni di mercato la piazza si anima di bancarelle e tutto quel brulicare e quella frenesia allegra non possono che contagiare chi passa da queste parti.

DA NON PERDERE
Il Museo del Tricolore
La Basilica della Ghiara
Collezione Maramotti
Tour dei castelli di Matilde di Canossa
Un giro in barca sul Po
Il Ponte Le Vele e la Stazione Mediopadana di Santiago Calatrava

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