È un museo piccolo, ma pieno di armonia e di piacevoli sensazioni che ognuno può scoprire e riscoprire nel proprio vissuto quotidiano.
Il tempo qui sembra essersi fermato, ma in realtà nel museo tutto è dinamico e in movimento. A partire dagli oggetti che si possono spostare, toccare e soprattutto usare.
La visita è accompagnata, per tutto il suo percorso, dal canto di una donna, nonna Gina, in una melodia antica che trasmette serenità e armonia, la stessa che guidava un tempo il rapporto tra uomo e ambiente. Il canto da sempre è stato un elemento importante della vita rurale di queste montagne.
Si cantava durante il lavoro nei campi, nelle ricorrenze e nei momenti di socializzazione e ancora oggi può capitare di incontrare gruppi di uomini che cantano nei locali della zona. Sono melodie che appartengono alla tradizione orale, tramandate da generazioni, come quelle che solitamente si cantavano durante la “scartocciata” delle pannocchie di granturco o in occasione della trebbiatura.Bazzano è una frazione del comune di Neviano degli Arduini in provincia di Parma, ma un tempo faceva parte del Ducato di Modena. Come zona di confine ha mantenuto per molti aspetti salde le proprie radici rurali, la propria storia e identità.
Il museo, inaugurato nel 2003, è stato creato grazie al contributo volontario degli abitanti del posto.
Lo slancio iniziale al progetto è stato dato proprio dagli insegnati della scuola primaria di Bazzano. Da qui trent’anni fa è nato il desiderio di recuperare identità e origini del proprio vissuto contadino. Gli oggetti, tranne pochi pezzi donati, sono e rimangono tuttora proprietà della gente del paese. La sede del museo, una casa torre del 1200, è stata acquistata da un imprenditore della zona, Giuseppe Cantini, e concessa in uso gratuito al gruppo di volontari dell’associazione culturale “Il Camino”, che ha realizzato il museo e lo gestisce.
I visitatori contribuiscono a creare l’atmosfera particolare di questo luogo e diventano protagonisti proprio attraverso l’utilizzo degli oggetti.
Un ambiente è interamente dedicato al telaio e durante la visita è possibile provare a tessere, con l’aiuto dei volontari che fanno da accompagnatori. Così la magia di rendere gli oggetti nuovamente attivi e funzionanti avvicina idealmente il visitatore all’ambiente che lo circonda.
Il museo si distingue anche per la particolare attenzione prestata all’attività didattica: vengono organizzati percorsi per le scuole che offrono a bambini e ragazzi di tutte le età conoscenze ed esperienze emozionali attraverso l’interazione con l’esposizione.
Tra le peculiarità di questo museo, gli allestimenti temporanei, che solitamente non durano più di due anni e che prendono spunto da ricerche sulle tradizioni locali condotte dalla scuola elementare di Bazzano. I percorsi di visita sono attualmente due: uno dedicato al ciclo della vite e uno a quello della canapa, coltivazione qui condotta a carattere familiare, in piccoli appezzamenti, fino dai primi anni ’50.
Il percorso sul vino è nato da un progetto partecipato, intitolato “D’uve antiche”, realizzato attraverso una ricerca etnografica della scuola primaria, con il contributo delle istituzioni locali e i finanziamenti comunitari del programma Leader+.
L’obiettivo ambizioso è recuperare antichi vitigni e realizzare un’esperienza di coltivazione e produzione. In una sorta di museo all’aperto, un campo sperimentale, sono attualmente in corso di attuazione le prime fasi di allevamento di viti autoctone maritate con alberi da frutto, anch’essi di varietà antiche. Tra le uve recuperate nei dintorni di Bazzano di cui si ha memoria: la Fogarona, il Lambrusco di Montericco, il Berzemino, la Biancarosa, la Buonarossa, il Lancellotta e tantissime altre più o meno note.
Le esperienze fuori e dentro il museo sono poi abilmente riprodotte attraverso una moderna postazione multimediale interattiva, finanziata con i fondi regionali e posizionata al piano terreno della casa torre, in modo da consentire virtualmente la visita anche a chi ha difficoltà di movimento.
La postazione è arricchita di filmati e racconti di persone del posto.Il museo gestisce anche l’organizzazione di eventi come le “Serate in osteria”, momenti d’incontro per mettere in comunicazione la civiltà del passato con quella contemporanea, e annualmente allestisce mostre d’arte dal titolo “Miei cari, quale millennio è adesso nel nostro cortile?”.
