Come scoprire i segreti e la storia di questo salume conosciuto in tutto il mondo? A Langhirano c’è un posto speciale, dove il visitatore può deliziare anche il palato.
Prosciutto di Parma: un cibo una cultura
Il Museo del Prosciutto di Prama ha sede a Langhirano, paese conosciuto in tutto il mondo per la produzione di questa specialità gastronomica fatta partendo da soli due ingredienti: la coscia del maiale e il sale. Il museo è stato inaugurato nel 2004 ed è situato nello splendido edificio dell’ex Foro Boario, costruzione del 1928 che fu sede per lungo tempo del mercato del bestiame. A testimonianza del suo passato, nel porticato interno si possono ancora osservare gli anelli di ferro utilizzati per legare gli animali. La struttura sorge in prossimità del macello comunale, con il quale costituisce un tutt’uno.
Un’antichissima origine
Il museo si articola in otto sezioni, ospitate nell’ala est-ovest del Foro, mentre nella parte sud-nord si trovano la sala degustazione e il centro informativo della Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma (www.stradadelprosciutto.it), qui si può acquistare anche dell’ottimo prosciutto. Il percorso parte dalla sezione storica per conoscere i motivi che hanno portato il territorio parmense a produrre il prosciutto: nell’antichità questa zona fu colonizzata da popoli come gli Etruschi, i Celti Galli Boi e i Romani, che allevavano maiali. Inoltre, la natura stessa della pianura emiliana, ricca di acqua e di boschi di querce, ha favorito l’insediamento dei suini. La salatura delle carni, poi, è una pratica antichissima, iniziata dai Romani per conservarle e far fronte così ai bisogni dell’esercito. Nel museo c’è un’intera sezione dedicata al sale, del resto il nome “prosciutto” fa riferimento proprio al processo di asciugatura della carne messa sotto sale. Grande attenzione, poi, è posta all’arte della norcineria: uccisione, pelatura, preparazione degli insaccati e di tutti gli altri prodotti. Nelle teche dedicate fanno bella mostra di sé vari attrezzi, come coltelli, uncini e stadere.
Oggetti in mostra e curiosità
Un’altra sezione del museo è interamente dedicata ai salumi di Parma. In particolare consigliamo al visitatore di osservare il disegno di Simonazzi, che rappresenta la provincia di Parma e la distribuzione dei suoi salumi sul territorio: nella zona di Langhirano e Felino, ad esempio, dove l’aria è secca perché arriva dal mar Ligure, si produce prosciutto, mentre nella bassa parmense dove l’aria è più umida troviamo culatello e fiocchetto. E proprio per il culatello e il prosciutto, salumi Dop, è presente il marchio del rispettivo Consorzio di tutela. Altri pezzi di grande valore sono il torchio per cicciolata del 1860, il mortaio e pestello per aglio, pepe e sale da concia degli inizi del ’900 e la superba affettatrice Berkel del 1929. Di grande suggestione è la sezione dedicata alla lavorazione del prosciutto, in cui è descritta l’evoluzione delle tecniche. Fino alla seconda metà dell’800 la commercializzazione dei salumi era effettuata da piccoli commercianti, che erano anche produttori, e a questa attività stagionale si dedicavano nei mesi più freddi. Spesso, poi, la lavorazione invernale del maiale era associata a quella estiva del pomodoro per fare conserve. Da allora, naturalmente, la tecnologia è cambiata, ma il metodo da cui nasce il prosciutto è sempre lo stesso.
