Il Dado è tratto

Il Dado è tratto, atto secondo. Cesare il Rubicone lo oltrepassò, e avvenne quel che avvenne. Difficile dire nel bene o nel male. Quel che è certo, ancora oggi ne parliamo. Addirittura i Rolling Stone l’hanno cantato: remember “across the Rubicon”? Duemila anni dopo un altro Dado viene tratto. Sarà la storia a valutare la sua longevità. L’attualità parla di un capitolo nuovo per il Sangiovese. Sì, perché di vino si tratta, prodotto nelle colline di Coriano, tra vigneti dislocati tra 60 e 260 metri sul livello del mare, risultato di quattro tipologie di terreni. A lanciarlo, quel dado, è Enio Ottaviani, una azienda di famiglia che nasce negli anni sessanta con il nonno Enio, nuovo corso dal 2007 grazie a quattro cugini: Davide e Massimo Lorenzi, Milena e Marco Tonelli.

Partiamo dal nome, “Dado”. Così viene chiamato dagli amici Davide Lorenzi, colui che segue la cantina, dalla vigna alla bottiglia. Poi il progetto, perché di progetto si tratta: un Sangiovese in edizione limitata, 4000 bottiglie numerate (si parte in dicembre), un codice che ti consente di entrare in un club.

“E’ frutto di sette anni di lavoro. Dado è un cru di Sangiovese di Romagna ricavato da quattro particelle, su terreni differenti a San Clemente di Rimini. Ogni fazzoletto di terra esprime caratteristiche distinte e complementari tra loro”. Lo ha detto Davide, nella presentazione in anteprima a Casa di Mare a Forlì.

Il luogo non è stato scelto a caso. Casa di Mare è il laboratorio eno-culinario di Luca Gardini, sommelier campione del mondo, entusiasta dell’iniziativa, tanto da segnalarla in anteprima nella sua rubrica sulla Gazzetta dello Sport. “Siamo davanti a un progetto di qualità che trae la sua forza nel territorio. Iniziative di questo tipo devono essere sostenute”. Aggiungendo: “Dado è un omaggio alla grande tradizione del Sangiovese di Romagna”.

L’azienda lo chiama Sangiovese-paesaggio, per il rapporto intimamente legato alla terra. Altro che vitigni internazionali, è la Romagna più intima la bandiera di Enio Ottaviani. Come nel percorso proposto a Casa di Mare, con l’ouverture riservata allo Strati (Pagadebit in purezza), poi il Caciara, Sangiovese che ben si adatta al pesce. E come in un crescendo rossiniano, ecco il “Dado”: al naso profumo che esplode di frutto rosso, al palato succoso, con una tonalità di succo di melograno.

Un nuovo Dado è stato lanciato, dal Rubicone di Cesare è salito sino alle colline di Coriano d'oggi. Benvenuto!

Filippo Fabbri
Calciatore mancato, giornalista per passione. Una stella polare, il motto del grande Gianni Brera: “Prima di scrivere un articolo bevi un bicchier di vino”. Perchè come diceva Baudelaire "bisogna diffidare degli astemi". Contatti: filfabbri@gmail.com
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